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Dipinta verso il 1638, l’opera precede la serie di dipinti riguardanti le Metamorfosi. Fu ideata dal pittore fiammingo Rubens per la decorazione del padiglione da caccia della torre de “La Parada”, vicino Madrid. L’artista ha raffigurato il momento in cui Orfeo, dopo aver incantato gli dei dell’oltretomba, lascia l’Ade insieme ad Euridice. Il cantore, vestito solo di un panno rosso che gli lascia scoperto il busto, con il capo coronato e la lira portata in spalla, cerca con la mano sinistra la sua compagna che è dietro di lui, rinuncia così a guardarla in modo esplicito. Euridice, dipinta come la Venere pudica, guarda in direzione di

Proserpina, regina dell’Ade, che le ha permesso di ricongiungersi al marito, a patto che il giovane non si volti prima di uscire dall’oltretomba. dalla luce, rimangono nelle tenebre.La sovrana è vestita di nero, il capo velato e con la mano destra indica Euridice. Ade è seduto accanto a lei, il busto è scoperto, le gambe sono accavallate e le braccia intrecciate reggono un lungo scettro. Ai piedi di Proserpina c’è il cane a tre teste Cerbero, la cui presenza in opere dedicate al mito di Orfeo è molto frequente. La pittura ad olio con la tecnica delle velature rielabora il tema dell’amore conferendogli un forte senso di movimento. I due giovani , che si incamminano verso la luce della vita, sono illuminati; i sovrani degli Inferi, esclusi dalla luce, rimangono nelle tenebre.

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