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L'ineluttabile consapevolezza di Orfeo

Scheda

Autore: Cesare Pavese

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Titolo: L'Inconsolabile (Tratto da "Dialoghi con Leucò")

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Anno di pubblicazione: 1947

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Genere: Narrativo (Dialogo)

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Personaggi: Orfeo, il mitico cantore che, seppure abbia ancora lo sguardo rivolto al passato, si è rassegnato all'idea che non è possibile sconfiggere la morte, conversa con Bacca, una baccante tracia interessata alla sua storia.

Analisi
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“ Il sesso, l’ebbrezza e il sangue richiamarono sempre il mondo sotterraneo e promisero a più d’uno beatitudini ctonie. Ma il tracio Orfeo, cantore, viandante nell’Ade e vittima lacerata come lo stesso”

Queste le parole con cui Pavese ci introduce al mito di Orfeo ed Euridice, nominando "il sesso, l'ebbrezza e il sangue", che simbolizzano rispettivamente l'amore, l'arte e la morte, che l'autore considera essere i temi primari. L’Orfeo di Pavese non è il cantore distrutto dalla morte dell’amata della tradizione, ma un uomo che, seppure abbia lo sguardo ancora rivolto al passato, si è rassegnato all’idea che non è possibile sconfiggere la morte o far rivivere il passato in quanto solo il canto, la poesia e l’arte hanno questo potere. Egli non piange la morte di Euridice e lo svanire del sua amore, ma una “stagione della vita” di cui ella aveva fatto parte, conclusa quando Orfeo aveva consapevolmente deciso di voltarsi e infrangere il divieto di Proserpina, vanificando i suoi sforzi e perdendo definitivamente la sua sposa. Nonostante la crudeltà del gesto, Pavese lo considera indispensabile, perché attribuisce ad Orfeo, più che la ricerca del suo passato e dell’amore che domina i suoi ricordi, un percorso finalizzato a ritrovare l'unica cosa che tutti noi cerchiamo: se stesso.

Pavese coglie l'occasione per riflettere sul destino umano che, attraverso le riflessioni di Orfeo, individua con la morte, la cui freddezza si contrappone all'energia della vita pulsante. Di conseguenza, l'impresa di Orfeo per riportare nel mondo dei vivi l'amata Euridice è svuotata di ogni valore, visto che il soggiorno della donna, ormai colma del vuoto della morte, sarebbe solo temporaneo. Tale consapevolezza porta il cantore a maturare a tal punto da cadere nel disincanto che porta via ogni speranza di felicità.

  Oltre a questo significato generale, i critici hanno voluto assegnare valori simbolici ai personaggi e alle situazioni.

  Così Orfeo è la poesia che cerca di razionalizzare il mito e, alcuni studiosi ci hanno rivisto la figura di Pavese stesso, che accetta la morte; la poesia che comprende la dolorosa realtà delle cose, intimamente legata alla morte. La sua interlocutrice – Bacca – non può comprendere perché Orfeo si sia voltato a guardare Euridice, perdendola per sempre: Bacca non coglie la realtà autentica dell’uomo e si illude di avvicinarsi al dio – quindi alla felicità – attraverso i riti orgiastici delle baccanti, e rappresenta quindi la natura ferina.

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