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L’opera di Poussin del 1648 è la rappresentazione di due momenti diversi del mito di Orfeo ed Euridice, apparentemente lontani e invece contemporanei. In primo piano Orfeo suona la lira alla presenza di due donne sedute e di un uomo in piedi. Dietro di lui, senza interruzioni nel tempo e nello spazio, Euridice viene morsa dal serpente e si inginocchia per il dolore. La scena è collocata in un paesaggio naturale, ma alle spalle dei personaggi si vedono degli edifici ben noti: è Roma, quindi il mito è chiaramente rimosso dalla sua ambientazione mitologica e posto in una cornice “inventata”, ma che tutti sono in grado di  riconoscere.

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