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Poema a fumetti

Di Dino Buzzati

Orfi è un cantautore rock molto popolare tra i giovani frequentatori del locale milanese "Polypus". Una sera, casualmente, vede la fidanzata, Eura Storm, attraversare una misteriosa porta, ubicata nell'inesistente via Saterna, nel centro di Milano. Il giorno dopo assiste a una lunga parata di carri funebri e da un misterioso uomo verde riceve la tremenda notizia della morte della fidanzata. 

Orfi non si dà pace e quella sera, recatosi a via Saterna, trova la porta serrata, presidiata dallo stesso uomo verde che aveva conosciuto la mattina. A nulla valgono i tentativi di aprire la porta, fino a quando Orfi non si mette a cantare. La porta si apre finalmente e il giovane, scendendo una buia scalinata, si trova in un giardino in cui avvenenti ragazze lo dissuadono dal continuare la ricerca di Eura, proponendosi in cambio. In particolare, la bella Trudi lo porta al cospetto di un diavolo che assume le sembianze di un cappotto. Il "Diavolo custode" spiega che l'aldilà è pieno di anime il cui maggiore rammarico è di non poter più aspirare a morire ancora e quindi di essere costrette a vivere in eterno. Orfi convince il Diavolo custode, con le sue canzoni, a farsi concedere un giorno intero per cercare Eura. La lunga ricerca dà finalmente i suoi frutti: i due giovani si ricongiungono ma il tempo sta per terminare e i due devono varcare la soglia per tornare alla vita prima che le ventiquattr'ore siano trascorse. Eura non è convinta di poter tornare in vita ma il giovane insiste; il tempo però non è sufficiente e solo Orfi ritorna alla luce mentre Eura rimane nell'aldilà. Dietro la porta c'è l'uomo verde che tenta di convincere Orfi che l'avventura sotterranea altro non era che un sogno. Orfi, però, ha la prova che l'incontro con Eura era reale: nella sua mano è rimasto l'anello della giovane, sfilatosi durante un ultimo abbraccio prima della separazione. 

Uscito con grande scalpore nel 1969, Poema a fumetti rappresenta una delle prime graphic novels mai pubblicate. In questa rilettura in chiave moderna, Buzzati rivisita totalmente il mito di Orfeo, inserendo nella sua opera citazioni artistiche di ogni genere, dalla pittura, alla fotografia, la musica e il teatro di ogni epoca. La storia è però solo un pretesto per mettere in scena uno dei temi più cari allo scrittore: l’importanza della morte, atta ad assaporare a pieno la vita. Questo pensiero viene immortalato nei disegni che raffigurano Orfi cantare le bellezze della vita, che, per chi non ha più morte da desiderare, sono solo sogni lontani e irraggiungibili. È come se Buzzati ci dicesse che tutto ciò che apprezziamo lo apprezziamo solo perché abbiamo la coscienza di dover morire. Pertanto, il tema principale dell’opera è la tristezza dei defunti e il loro unico rimpianto: il non poter più ambire alla morte.

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