top of page

L'universo ctonio eppure terrestre

Scheda

Autore: Italo Calvino

​

Titolo: L’altra Euridice/ Il cielo di pietra (tratto da ‘’Le cosmicomiche’’)

 

Anno: 1968

 

Genere: narrativo

 

Personaggi: Plutone/Ofwfa, il protagonista, che racconta prima la sua vita al fianco di   Euridice e, dopo la fuga sulla terra della donna, la sua disperata ricerca. Orfeo, l’antagonista magico cantore, che con la sua musica ha rapito Euridice. Euridice/Rdix, l’oggetto della ricerca di Plutone.

Immagine1.jpg
Analisi

"Certo, se tutti dimenticheranno cosa veramente accadde tra di noi, tra Euridice e Orfeo e me Plutone, quella storia tutta all’incontrario da come la raccontate voi, se veramente nessuno più ricorderà che Euridice era una di noi e che mai aveva abitato la superficie della terra prima che Orfeo me la rapisse con le sue musiche menzognere, allora il nostro antico sogno di fare della terra una sfera vivente sarà definitivamente perduto.”

Queste righe tratte dal brano "L’altra Euridice" di Calvino riassumono alla perfezione l’intera essenza del brano, rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice che ha per voce narrante Plutone, il dio degli inferi. Il narratore, dopo aver riassunto la sua intera vita al fianco di Euridice nel tentativo di rendere la terra abitata sin dal suo nucleo, racconta dell’evento che gli ha reso impossibile perseguire il suo sogno: Orfeo, con la sua musica "menzognera", ingannatrice, ha rapito Euridice. La narrazione si conclude quando Plutone, dopo aver compiuto il suo flashback, fa un appello a noi extraterrestri che popoliamo la superficie della terra nel tentativo di ritrovare Euridice.

Nel capovolgimento del mito attuato da Calvino, la critica ha voluto cogliere una serie innumerevole di richiami simbolici, che vanno dal contrasto tra i silenzi o le armoniose musiche del “dentro” e il rumore che annulla e svilisce tutti i suoni del “fuori”. Lo scrittore, secondo la critica, vorrebbe alludere alla società contemporanea, oppressa dal suo carattere dispersivo, che nega qualsiasi riflessione, a vantaggio di una frenesia rumorosa. La visione di Plutone appagato del suo esser “dentro” la Terra, nella dimensione autentica della vita, è allegoria del rapporto dello stesso Calvino con il mondo: dall’abbandono dell’impegno politico nel 1957 in seguito ai fatti d’Ungheria, ormai privo di fiducia nella possibilità di modificare la realtà con la sua opera, al progressivo isolamento dalla realtà esterna per appagarsi del solo “mondo scritto”.

​

bottom of page