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I ricordi che portano alla consapevolezza

Scheda

Autore: Gesualdo Bufalino

 

Titolo: Il ritorno di Euridice (da '' L'uomo invaso'')

 

Anno: 1986

 

Genere: Narrativo (racconto)

 

Personaggi: Euridice, personaggio a tuttotondo e dinamico, è la protagonista del racconto e, essendo morta, ripensa nell'Ade alla sua vita con Orfeo. Quest'ultimo rappresenta l'antagonista, poiché strumentalizza Euridice al fine di comporre poesie commoventi. Assumono il ruolo di aiutanti Persefone e Caronte.

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Analisi

Il racconto di Bufalino dà voce ad Euridice, la quale, fallito il tentativo di ritornare dagli Inferi sulla terra, attende, stanca, che la barca di Caronte la riporti ormai definitivamente nel regno dei morti. E mentre attende, circondata da un paesaggio infernale, si aggrappa al ricordo, per ripercorrere la sua vita e cercare di comprendere: come ha potuto Orfeo cedere alla tentazione di guardarla proprio a pochi metri dall’approdo terreno? Quale delirio può averlo preso? Rivede se stessa durante le sue esequie. Il ricordo procede non in sequenza, ma a balzi, fornendo alla donna elementi di riflessione sempre più profondi. L’analisi si concentra sui suoi rapporti con Orfeo: certamente egli la amava, ma alcune riserve balzano evidenti dal racconto e umanizzano particolarmente il personaggio di Euridice. Ella si era sentita seconda alla poesia, che il marito coltivava con dedizione completa:

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“Troppe volte lui s’eclissava su per i gioghi, pavoneggiandosi del suo corteo d’usignoli stregati, stregato lui stesso dalle cantilene che gli nascevano.”

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Ma è all’improvviso che Euridice comprende la verità sul suo rapporto con Orfeo: è una rivelazione immediata, che la porta a recuperare nella memoria l’atteggiamento del mitico poeta proprio nel momento in cui ella si sentìinesorabilmente scivolare di nuovo verso gli abissi infernali. Il testo sintetizza in modo efficace la percezione di Euridice, che ora ricorda, sicura, senza esitazioni:

“L’aria non li aveva ancora divisi che già la sua voce baldamente intonava «Che farò senza Euridice?», e non sembrava che improvvisasse, ma che a lungo avesse studiato davanti a uno specchio quei vocalizzi e filature...”

  Ecco dunque svelato il mistero di un gesto apparentemente senza senso: Orfeo l’aveva fatto apposta, si era liberato di lei per poterla cantare, per avere occasione di esibirsi in pubblico, ai battimani, ai riflettori della ribalta. Ella comprende, dunque, dolorosamente, di essere stata un mezzo per migliorare, attraverso i sentimenti che ella poteva suscitare in lui, la sua poesia, l’unico suo vero amore.

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